47 perquisizioni e ingenti sequestri di materiale. Coinvolto magistrato
È stata sgominata a Bolzano una rete di pedofili che agivano attraverso un Voip criptato. L’operazione è stata eseguita dalla Polizia di Stato di Trento che ha effettuato 10 arresti, 47 perquisizioni. È stato inoltre sequestrata un’ingente quantità di materiale prodotto con lo sfruttamento di minori.
Le indagini avevano preso il via nei primi mesi dell’anno scorso con l’arresto di un 38enne altoatesino al quale erano state trovate in casa fotografie e filmini pedo-pornografici. L’individuo dichiarò di aver scaricato il materiale da internet. Disse inoltre di aver ceduto immagini e filmati a persone di cui non conosceva l’identità.
Le persone coinvolte
Nell’indagine è coinvolto anche Gaetano Maria Amato, un magistrato della Corte d’appello di Reggio Calabria, di 58, che a quanto si apprende pare sia stato sospeso dal CSM.
Le persone invischiate nella vicenda sarebbero circa 50. La rete invece sarebbe diffusa ad ampio raggio, e precisamente nelle regioni Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna.
Tra gli arrestati vi sarebbero anche un dipendente 43 enne di una pubblica amministrazione di Roma e un pensionato di Ardea. Un artigiano 43enne di Roma sarebbe stato denunciato a piede libero. Per tutti profila un’ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata alla produzione e divulgazione materiale pedopornografico.
L’operazione è stata identificata col nome in codice di Black Shadow. Gli inquirenti hanno vagliato numerosi siti e ricostruito la rete. Molto probabilmente partendo dai contatti rilevati attraverso l’analisi dell’hard disk nel computer del 38enne altoatesino. L’uso della piattaforma Voip sarebbe stato molto intenso. Le prove digitali rilevate potrebbero quindi essere numerose.
La notizia dell’arresto del magistrato che pare coinvolto si era diffusa già il 2 ottobre scorso.
L’indagine è stata condotta dalla polizia postale di Bolzano e coordinata dal pm trentino Davide Ognibene. Come detto si è protratta per circa un anno e mezzo.